lunedì 14 marzo 2016

Su Marte e ritorno


Il ritorno alla materia, alla sostanza, e il superamento della creatività, quando diventa pasticcio. E il volo sopra tutte queste cose (alimentari).

Ecco in una riga, il nuovo libro di Gualtiero Marchesi “I centotrentatre piatti”, né un ricettario né la spiegazione di tecniche di cucina, ma un appello all’immagine, alla composizione, all’idea e all’ispirazione ad esse legata. Per giovani cuochi e non. E con questo breve omaggio al veterano della cucina creativa in Italia mi congedo per un po’ dall’argomento cibo, per sondare quanto accade in cielo, nello spazio.

Il 19 luglio 1969 l‘uomo raggiungeva la luna con la missione Apollo 11. L’atterraggio sul nostro satellite fu opera della Nasa e i tre astronauti erano Neil Amstrong, XX e XX. Amstrong fu il protagonista dell’allunaggio. Gli altri erano Collins e Aldrin, che ne tornò sconvolto. Anni dopo raccontò di un’esperienza “mistica”. Ma in realtà i primi a tentare l’avventura erano stati i sovietici che mandarono nello spazio una navetta con la cagnolina Laika, che non sopravvisse al viaggio.  Adesso dalla luna si va e si torna e il prossimo obiettivo, già raggiunto, è Marte. Marte presenta un’infinità di vantaggi per i viaggi interstellari. Dopo la luna è il pianeta più vicino alla terra e già nella metà dell’Ottocento un astronomo ne disegnò i canali e i mari. La presenza dell’acqua sul pianeta rosso sembrava un fatto assodato. Così si cominciò a favoleggiare di presenza di vita intelligente, molto più avanzata di quella dell’uomo sulla terra. “Noi marziani” è il titolo di uno dei romanzi del più famoso scrittore di libri di fantascienza del Novecento, Philip. K. Dick. Noi e “loro”. Ma chi siamo noi e chi sono loro? Forse non lo sapremo mai. O forse sì. Il robottino che scenderà su Marte somiglia in parte a CP8 di Guerre Stellari. Ma guerra non sarà, speriamo, perché CP8 è dotato di una qualità molto umana, il senso dell’umorismo. Dotati oggi di ogni comodità, tra cui una grande varietà di cibo di cui abbiamo detto, gli astronauti potrebbero persino spingersi tra poco molto più lontano e dare vita all’era dei viaggi interstellari per comitive, di cui si stanno già occupando miliardari come Branson dell’etichetta Virgin che progetta viaggi nello spazio per multimilionari.

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